Nello zaino di un legionario troviamo più o meno sempre tre elementi principali: il pane o la farina, il lardo o il guanciale e il pecorino. Questo zaino, i romani lo hanno ereditato dai pastori transumanti, infatti i primi soldati romani, i milites, erano, quando non preparavano qualche guerra o rapina nelle città vicine, semplici pastori o contadini. I Legionari, che spesso percorrevano lunghe distanze, dalla campagna romana fino all'Appennino. Erano soliti mangiare, anche caminando, un semplice pezzo di pane con una fetta di lardo e una di formaggio, come si fa ancora oggi in molti cantieri del mediterraneo.

Però non sempre la ricetta era cosi semplice, questi tre elementi corrispondono a delle basi che poi vengono preparate in modi molto diversi. In Toscana ci sono ancora oggi i crostini con lardo e pecorino, semplice versione calda del pasto del legionario. In Umbria invece, nel perugino, troviamo la torta al testo, un pane semplice, poco lievitato, di pane cotto su di una tegola. Infine, evoluzione della cultura pastorile e legionaria, la cucina romana conta numerose varianti di farina bollita con lardo e pecorino, cioè le famose paste alla Griscia, all'Amatriciana ed alla Carbonara.

Potete immaginare i romani di allora, non molto diversi dagli odierni, mangiare "pane e oio" ad una pausa sotto ad un pino, oppure "pizza e mortadella" camminando con lo zaino pesante alle spalle. Poi, per variegare, se non gli ingredienti, almeno la preparazione, nella sera si è avuto tempo di inventare mille ricette di ingegno. L'ingegno dei poveri è sempre quello di complicare quallo che di fatti è semplice. Tutto questo sarebbe piacciuto a Catone, perchè un pasto frugale a pranzo è d'obbligo, mentre un pasto "complicato" come gli spaghetti all'amatriciana, sono un ottimo modo di socializzare la sera.