I valori del Rugby per un nuovo spirito europeo
By Jean-Philippe Vaquier
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Il rugby è un universo di valori,
dalla sportività al rispetto dell'adversario,
ma è anche un modello di agregazione dei popoli
dove la città acquisisce di nuovo il suo senso sociale.
E’ ormai famosa la frase di Henry Blaha “uno sport da bestie giocato da gentiluomini”, ma il rugby è molto di più. Era nato in Inghilterra più di un secolo fa, ora fa parte integrante e irrimovibile di molte culture, tra le quali le più famose sono senza dubbio la Francia, le isole britanniche, il Sudafrica e la Nuova Zelanda. Uno non può capire il rugby se non ci ha mai giocato, non che le regole siano complesse, ma perchè il rugby non è ne un gioco di violenza ne un gioco di arguzia, è uno stato d’animo che ti prende e per ottanta minuti più altri quaranta sei rugbista e niente altro.
I rugbisti subiscono un lavaggio del cervello. Durante la settimana si allenano più di qualsiasi altro sportivo, e per causa, è molto pericoloso giocare senza preparazione. I giocatori hanno una venerazione reverenziale per il coach, ma anche per la squadra, la maglia, il pallone e soprattutto i compagni. Come nelle mischie delle guerre antiche, nel rugby la tua integrità fisica dipende a metà della tua serietà e preparazione e a metà di quella del tuo compagno più vicino.
Al dilà del valore intrinseco al gioco, il rugby è un insieme di regole non scritte di buon comportamento, di valori e di rispetto, un po come nelle arti marziali. Ad una partita il pubblico fischia? I giocatori si rifiuteranno di giocare, il rugby non è il calcio, è uno sport nobile basato sul rispetto. Anche il più odiato nemico, come l’Inghilterra per la Scozia, il Galles, l’Irlanda e la Francia, è degno di rispetto (con un pizzico di sarcasmo), e di ammirazione se realizza azioni sovraumane, come fu l’ultima partita del sei nazione questo anno, dove da francese ho applauso al buon gioco inglese.
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Un mondiale di rugby non è come un mondiale di Calcio, è più come una Olimpiade, gli atleti non arrivano per guadagnare cifre, ma per oltrepassare i limiti umani e per sconfingere la storia con le sue funeste statistiche. Twickenham è l’occasione per ricordare, a ridosso da una delle Olimpiade più a rischio di scandali logistici ed impiantistici, ma anche sociali, che lo sport è fatto per fare una guerra non sanguinosa, una guerra pacifica, piena di rivalità ma non di vero odio. Il rugby è la catharsis della guerra, l’atletica ne è la preparazione.
Tornati a casa, i nostri giocatori torneranno a odiarsi a vicenda, non legati più dalla maglia nazionale saranno nemici di nuoco, per difendere l’onore e l’orgoglio non di una nazione ma di un popolo, non di un paese, ma di una città-stato. E’ sicuramente nel sud della Francia dove questo sentimento è diventato più forte. A lungo dieci delle quattordici squadre del TOP 14 francese erano concentrate nel sud-ovest e qualcheduna nel sud-est. C’è dunque un risorgere delle rivalità tra occitani e francesi nel rugby, perchè il rugby appartiene al sud, mentre al nord il calcio è prevalente, un po’ il contrario di quello che ci potrebbe essere in Italia, dove il Centro e il nord-est hanno una più importante passione rugbistica.
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Un mondiale di rugby non è come un mondiale di Calcio, è più come una Olimpiade, gli atleti non arrivano per guadagnare cifre, ma per oltrepassare i limiti umani e per sconfingere la storia con le sue funeste statistiche.
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Però non bisogna credere che l’Occitania sia una nazione unita, è una costellazione di città-stato in guerra tra loro, e il campo di battaglia è una partita di rugby. In un paese dove non c’è il palio di Siena a ricordare l’orgoglio civico ormai desueto, il rugby ci ridà il senso di appartenenza ad una comunità stretta, limitata alla sola città, o a volte al rione. Nascono cosi le famose rivalità, i derby, tra Toulouse e Clermont-Ferrant, la più famosa, ma anche tra Perpignan e Montpellier, tra Bayonne e Biarritz, Albi e Castres.
Per un attimo, sembra di ritrovare il tempo in cui Asterix e Obelix potevano lottare tranquillamente con dei vicini galli, prima dell’arrivata dell’invasore romano. Il rugby dà sicuramente al sud-ovest della Francia, la sua gioia di vivere, la sua Pax Rustica.
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