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Strade d'Europa

by Daniele Sinibaldi

Città della decadenza, città delle rovine,
città del passato e della degenerazione,
Roma è un memorandum
a cielo aperto della condizione umana.

Strade d'Europa stanchi sporchi ma felici 
prendi dalla vita ciò che puoi 
porta il tuo canto fino in Romania 
bacia il grano di Budapest. 

Cerca tra le rocce grigie di Stonehenge 
braci nella notte bevi il thè 
parla con i venti che vanno verso nord 
canta con i Lama di Rikon. 

Antichi boschi e strade dell'Armor 
magici villaggi dei Bretons 
nuvole che corrono nel cielo sopra te 
sogna tra le pietre di Carnac. 

Prati e scogliere dell'Irlanda lassù a nord 
gente come roccia di Belfast 
e la croce d'oro di una fede che vivrà 
cornamuse e mitra son per Sands! 

Fiori e sorrisi sulla strada verso il sud 
indica il leone “tibi pax” 
danza nel castello sulla rocca di Cison 
poeti e cavalieri insieme a te 

Sfiora le pietre del picco Montsegur 
si dice ci sia ancora un trovatore 
con un liuto e un sorriso ancora le antiche gestes
piangendo forse piano canterà. 

Strade d'Europa nello zaino libertà 
forse un giorno l'ombra fuggirà 
le sue mani sporche dal sole leverà 
un'aquila è nel cielo sopra te!

 

La Compagnia dell'Anello

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La parola Europa... tutto quell’ immaginario di storie, culture e tradizioni che il termine dovrebbe suggerire immediatamente.

 

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Ho deciso di prendere spunto da una canzone per aprire questa rubrica. La canzone è di un gruppo italiano degli anni ’70, “La compagnia dell’ anello”, chiaramente ispirato alle gesta dei personaggi descritti da Sir Tolkien ne “Il Signore degli Anelli”, probabilmente il testo più famoso del panorama fantasy. Una storia, per chi ha letto il libro, o più semplicemente guardato la trilogia cinematografica che ne è stata tratta, di orchi, nani, giganti e uomini, in un mondo inventato che però tanto somiglia alla nostra Europa, sia per i paesaggi che vi sono descritti , ma soprattutto per le numerose metafore, episodi ed avventure che si incrociano nella narrazione e che tanto fanno pensare ad una trasposizione romanzata ed ideale di molte vicende che suonano familiare a noi europei. Ma non siamo qui per parlare di Tolkien, bensì di Europa, la nostra casa, la terra in cui viviamo e che ci ha dato i natali

.

La parola Europa , in Italia soprattutto, negli ultimi anni  è stata però troppo spesso accostata alla burocrazia,  all’ istituzione, alla crisi, alla spesa pubblica, ai fondi , al denaro.. insomma forse è stata “de-europeizzata” nel gergo comune, svilendo e dimenticando tutto quell’ immaginario di storie, culture e tradizioni che il termine dovrebbe suggerire immediatamente.

 

E allora ripartiamo da una suggestione, da una carrellata di posti e storie e simboli dell’ Europa autentica, quella che amiamo , quella dei villaggi e delle atmosfere di Stonehenge, delle vette, dei mari, delle lotte per la propria identità, di Roma, della Grecia…  L’ Europa che abbiamo dimenticato, che oggi crediamo secondaria rispetto alle norme e alle disposizioni dell’ Unione. Lasciamo la politica al suo..qui parleremo di Europa. Lo faremo ripercorrendo qua e là, immaginandoci con uno zaino in spalla a girovagare per le strade d’Europa e soffermandoci su tradizioni, episodi, luoghi, usi e costumi, che passo dopo passo, mattone dopo mattone, hanno edificato quella cultura e generato quell’ identità, così forte e strana, così chiara agli occhi dei non europei, quanto difficile da comprendere per noi che ci siamo dentro, cosi piena di contrasti interni quanto coerente e continua nelle tradizioni più profonde .

 

Un viaggio introspettivo alla scoperta di noi stessi… non più occidentali ma Europei.

La geste de Rolland, Roncesvaux

odino

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