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Europa Mater Dei

by Daniele Sinibaldi

L'immaginario collettivo è costituito

di forme che in passato erano chiamate

dei e miti, dimenticarle non fa che vietarci

la comprensione di noi stessi

e di come vediamo il mondo.

Non si tratta di filosofia. Per comprendere ciò di cui parliamo è necessario cambiare approccio, essere attenti al lessico, perché le parole hanno un senso in un contesto e non in un altro; è necessario altresì riconoscere l’esistenza di una dimensione trascendente, spirituale, mistica, quasi  religiosa. La religione cosi come la percepiamo in Occidente oggi, è un’abitudine , una consuetudine, per i credenti, a volte addirittura un fatto di folklore, di costume e di identità per i non praticanti.

 

Azzerando tutte le nostre conoscenze o presunte tali in merito, cerchiamo di immaginare la religiosità come un approccio ad una natura extrasensoriale. In alcuni momenti della nostra vita, in particolare nei momenti di sofferenza, ci capita di riuscire a rendercene conto; riusciamo a vivere cosi intensamente alcuni attimi che ci diventa chiaro che esiste qualcosa che va al di là, che supera ogni tipo di nostra convinzione mentale, è e basta, c’è.

 

D’un tratto ci fa scordare tutti i nostri piccoli affanni frutto della vita di tutti i giorni e ci ritroviamo davanti ad una verità, ad una certezza, inermi ed indifesi, è qualcosa di più grande, lo sai, lo senti ma non capisci cos’è. Poi si ritorna al trambusto quotidiano e si dimentica, perché non ci si fa caso, ma questo non vuol dire che non ci sia nulla. E’ la sensazione che si ha guardando il sole all’ alba o al tramonto, da soli, in silenzio. Se ci concentriamo a guardare, avvertiamo una sensazione di grandezza, di maestosità, di energia, di forza, per quei pochi istanti in cui ci capita ne comprendiamo la natura più intima..ma il sole non splende solo se lo si guarda, ci accompagna tutti i giorni della nostra vita, anche se non ci si fa caso o non ci si ferma a contemplarlo.

Esistono posti, luoghi, circostanze in cui è più facile percepire tali forze, vuoi per autosuggestione, vuoi per natura, ma è cosi. La montagna, il mare, i boschi, le zone incontaminate dall’ uomo o ancora i templi, le chiese, i luoghi che furono teatro di gesta eroiche..sono tutti esempi di situazioni in cui si è più predisposti ad intercettare queste cose.

 

La salita in vetta è una buona metafora. Da sempre viene accostata all’ascesi, si pensi ai templi tibetani che hanno sede sulle vette più alte dei monti del Tibet e dell’ India. La salita in montagna è di per sé un percorso, lento e lungo, non ci si può mettere a correre, non si arriva in vetta con uno scatto, per quanto veloci possiamo essere. Bisogna avere pazienza, tenere duro, non bramare l’arrivo, ma accontentarsi di camminare, di aver fatto sempre un passo in più rispetto a quello precedente. Quando si arriva in vetta poi si raggiunge la pace, si domina la terra, si vede la valle da cui proveniamo per quello che è, con le case piccole piccole, insignificanti al cospetto di tanta grandezza.

 

Perché partire da queste riflessioni per parlare di Europa?

 

Perché la sfida che abbiamo ingaggiato non è quella di fare i tour operator o di fare promozione turistica, bensì quella di parlare di Europa, e per parlarne bisogna innanzitutto comprenderla. L’Europa è prima di ogni altra cosa mito, storia, idea, è sintesi di tante culture , popoli e tradizioni, anche spirituali e religiose che oggi ci tengono insieme consapevoli o meno , dal profondo.

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L’Europa è prima di ogni altra cosa mito, storia, idea, è sintesi di tante culture , popoli e tradizioni, anche spirituali e religiose che oggi ci tengono insieme consapevoli o meno , dal profondo.

 

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Nella tradizione europea l’anno veniva scandito da quattro giornate, i solstizi e gli equinozi, che corrispondevano ad un cambiamento dell’allineamento del pianeta con il sole, e dunque con i cambi di stagione. Il solstizio d’inverno rappresentava nella cultura precristiana la festa più importante dell’ anno, quella del Sol Invictus, il giorno della vittoria della luce sulle tenebre.

 

Il Sole rappresenta un elemento chiave nella tradizione europea, l’elemento positivo, la luce, che schiaccia le tenebre, la forza maschile, positiva, fecondatrice, che fa germogliare i fiori e da inizio al ciclo della vita. Il Sole è la forza, la forza primordiale e visibile, è l’occhio degli dei, e nella tradizione di cui facciamo parte ritroviamo il culto del Sole, in epoche e civiltà lontane migliaia di anni e di km tra di loro. Il Sole è vita, è il bene, è il simbolo di quelle forze positive che agiscono nel mondo.

 

Europa madre degli Dei, culla della cultura Greca e Romana, terra di guerre e di conquiste eppure sempre al centro del Mondo..Si, partiremo da qui.

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